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mercoledì 29 novembre 2017

Apple, Twitter e i grandi loghi costruiti con la ‘sezione aurea’



Mi sembra, o Eccelso Duca di Milano, che il titolo conveniente al nostro trattato debba essere La Divina Proporzione.

Così Luca Pacioli, genio matematico vissuto tra il XV e XVI secolo d.C., definì quella che tutti conoscono come Sezione Aurea.
Ma di cosa si tratta? Cosa si intende per Sezione Aurea e qual è il mistero che l’avvolge?
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Molti fenomeni naturali, come la disposizione dei semi di un girasole, la spirale delle conchiglie di alcuni molluschi e della coda dell’ippocampo o i bracci della Via Lattea, hanno in comune un numero, una cifra nota fin dall’antichità, rappresentabile aritmeticamente come
\phi = \frac{1 + \sqrt{5}}{2}\approx 1{,}6180339887
Nel corso dei secoli, nell’architettura e nella pittura, gli artisti si sono avvalsi del numero aureo e della proporzione aurea nelle loro opere. Basti pensare, ad esempio, a Leonardo Da Vinci e alla
Gioconda, Close-up Engineering
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sua Monnalisa le cui proporzioni del volto sembrerebbero rispettare (sovrapponendo “rettangoli aurei”, i cui lati hanno un rapporto pari proprio a phi) i canoni della sezione aurea. Così, tanti oggetti di uso quotidiano, come le carte di credito, non sono altro che rettangoli aurei.
Alcuni dei più grandi artisti di tutti i tempi ritenevano –e ancora oggi lo si pensa- che le forme geometriche che godono di questa proporzione siano, per qualche misteriosa ragione, particolarmente gradevoli alla vista.
Legata alla proporzione aurea, vi è la sequenza di Fibonacci. Tale serie numerica, descritta da Leonardo Pisano –meglio conosciuto come Fibonacci-, inizia con i valori 1 e 1, a partire dai quali ogni nuovo termine viene generato tramite la somma dei due precedenti. I primi numeri di tale serie infinita sono:
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610…
Il quoziente fra un termine qualsiasi della successione e il suo precedente si approssima a phi sempre più, man mano che si procede nella serie.
E’ così che, ad esempio, le spirali formate dai semi di un girasole saranno sempre in numero pari a un elemento della sequenza di Fibonacci; come anche il numero dei petali dei fiori.
E forse, sulla frase di San Tommaso d’Aquino “I sensi si dilettano con le cose che hanno le corrette proporzioni”, colossi come Twitter e Apple hanno disegnato i propri loghi sfruttando Fibonacci e la sezione aurea.
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L’uccellino di Twitter, infatti, è stato costruito per mezzo di circonferenze sovrapposte aventi i diametri pari a numeri della sequenza di Fibonacci.
Apple Golden Ratio - Close-up Engineering
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Stesso discorso vale per la Apple che, sia per l’iCloudsia per la famosa mela morsicata ha utilizzato lo stesso metodo delle circonferenze in rapporto aureo.
Come visibile nell’immagine, sono state utilizzate circonferenze inscritte in quadrati di lati pari ai primi 6 elementi della serie di Fibonacci (in realtà, l’attuale versione del logo presenta delle piccole approssimazioni).
Ma non è finita qui: anche marchi come Pepsi, Toyota e persino National Geographic (vedi gallery in cima al testo) non si sono fatti sfuggire l’occasione di creare un logo identificativo che potesse essere il più gradevole possibile, garantendo –se non il sicuro successo alle aziende- una presentazione estetica armoniosa.
Credits gallery images:
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Messina, il 19 novembre la Casa Massonica ha aperto le porte ai giovani. Incontro con studenti e professionisti


Una giornata particolare, all’insegna dell’apertura e del confronto con la società civile, quella vissuta domenica 19 novembre nella Casa massonica di Messina.
Al mattino oltre trenta tra ragazzi e ragazze, studenti universitari e giovani professionisti appartenenti al locale Club Rotaract,  hanno  incontrato il Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele, l’ex Presidente della Circoscrizione Sicilia Silverio Magno, il Presidente del Consiglio dei Maestri venerabili di Messina Antonio Biviano e il Maestro Venerabile de “La Ragione”, loggia promotrice dell’evento, Roberto Gambino. Nel corso di un dialogo schietto e leale protrattosi per larga parte della mattinata, sono stati affrontati molteplici temi tra cui la scelta dell’assoluta trasparenza e il diritto irrinunciabile alla riservatezza, le peculiarità rituali di un Ordine iniziatico e la questione dell’affiliazione femminile.
Di notevole interesse anche la Tornata aperta organizzata per il pomeriggio della stessa giornata dal Capitolo “Morgana” dell’Ordine della Stella d’Oriente. Introdotta dalla Worthy Matron Angiola Cutrona, la Sorella Eliade Maria Grasso ha tenuto, alla presenza di oltre quaranta tra Fratelli, Sorelle ed Ospiti, una  relazione molto apprezzata su “Orfeo ed Euridice. Un Cammino di Rinascita”.

Taranto, i 110 dieci anni della Loggia “Giulio Cesare Vanini” n° 44


In 110 anni l’Italia ha attraversato stagioni buie e periodi esaltanti: due guerre mondiali, in mezzo il ventennio fascista, il boom economico e la contestazione, il sogno dorato degli anni ’80, la crisi politica dei ’90 e, infine, le aspettative del nuovo millennio. Più di un secolo che la Loggia “Giulio Cesare Vanini” n. 44 all’Oriente di Taranto ha attraversato per intero, senza fermare mai il suo percorso di ricerca della luce iniziatica.
Un traguardo da celebrare, quindi, quello dei 110 anni di vita ininterrotta, come fatto dalla loggia ionica che il 31 ottobre ha dato appuntamento ai fratelli dell’istituzione nella basilica sconsacrata del relàis Histò di Taranto, per una tornata rituale dedicata a un tema di sicuro interesse. Se il secolo e più di vita non fosse stato un primato, sicuramente lo è stato aver scelto il titolo distintivo “Giulio Cesare Vanini”, unica loggia al mondo a portare il nome del filosofo eretico nato a Taurisano, in provincia di Lecce, martire del libero pensiero arso a Tolosa nel 1619.
Tema che ha calamitato l’interesse del Fr. Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che ha raccolto l’invito a partecipare esteso dal Maestro Venerabile della loggia “Giulio Cesare Vanini”, il Fr. Franco Anelli. A prendere posto all’Oriente con lui c’erano anche il Fr. Pasquale La Pesa, Secondo Gran Sorvegliante del GOI, il Fr. Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del GOI, il Fr. Enzo Liaci, Gran Tesoriere Aggiunto del GOI, i Fr.lli Ufficiali di Gran Loggia Angelo Scrimieri e Piero De Angelis e i Fr.lli Giudici della Corte Centrale del GOI Giancarlo Petrillo ed Elio Franco, i Fr.lli Consiglieri dell’Ordine Mario Saccomanno, Antonio Micella e Maurizio Manfredonia, il presidente del Collegio Circoscrizionale dei MM.VV. di Puglia, il Fr. Luigi Fantini, più numerosi Dignitari, Garanti di Amicizia e Maestri Venerabili provenienti dagli Orienti di tutta la Puglia e non solo.
Insomma, una presenza cospicua e qualificata, anche tra le colonne gremite di fratelli (circa 170), che durante una cerimonia suggestiva e impeccabile ha tributato il giusto merito alla loggia “Giulio Cesare Vanini”, frutto non solo del tempo trascorso dalla sua fondazione, ma soprattutto del compito che si è idealmente data: essere custode della tradizione. Un bene, questo, che i fratelli della loggia “G. C. Vanini” si sono passati tra di loro decennio dopo decennio, in quell’incessante lavoro di perfezionamento che ha citato anche il Gran Maestro Bisi, ricordando il profondo valore dell’istituzione, che accomuna estrazioni, culture, ceti differenti intorno ai valori dell’uguaglianza, della fratellanza e della libertà. La stessa, quest’ultima, cui Vanini volle ispirare pensiero e vita. La sua figura, granitica, per alcuni versi satirica nei confronti del potere ecclesiastico, certamente di volontà incrollabile, è emersa dal puntuale lavoro svolto dal Fr. Mario Carparelli (gli dedichiamo ampio spazio nelle pagine seguenti), studioso del filosofo salentino. Vanini ne è uscito come “campione del dubbio”, esercizio che identifica i massoni nel loro percorso iniziatico, pur ravvisandosi in lui un’autonomia di ragionamento rispetto al metodo esoterico.
Certamente Vanini va affiancato alla figura di Giordano Bruno, alla sua stregua riconosciuto e stimato dai più grandi pensatori dei secoli successivi, più di quanto accada oggi. La stessa intitolazione della loggia nel 1907 è conferma di questa fama, seppur le ragioni di quella scelta appaiano ancora parzialmente avvolte nel mistero. Il Fr. Carparelli ha scovato indizi utili a diradare queste nebbie, anche per capire se sia stata la storia del filosofo a ispirare il rigore speculativo della loggia o se fosse una peculiarità preesistente.
Valore, tuttavia, che ha segnato generazioni di massoni e che si è palesato agli occhi dei fratelli presenti durante la cerimonia nell’immagine del commosso abbraccio tra il M.V. Anelli e il presidente Fantini, che della loggia “G. C. Vanini” è fratello, come lo sono stati suo padre e suo nonno. Un legame oltre il tempo, come il nodo d’amore che la loggia ha scelto come simbolo distintivo e che campeggia sul dono che il M.V. ha consegnato a tutti i fratelli presenti all’Oriente: una “capasa”, contenitore “capace” delle ricompense che merita il buon massone.
Come la gioia di una celebrazione che ha lasciato nei cuori dei fratelli più del ricordo di un anniversario: la consapevolezza di esser parte di una catena che trascende spazio e tempo, la soddisfazione di aver lavorato per il bene e il progresso dell’umanità.

Colletta Alimentare dell’Associazione Ambrogio Viale a Cervo



Anche quest’anno l’Associazione Culturale “Ambrogio Viale”, emanazione della Loggia Ennio Battelli (1015) di Diano Marina del Grande Oriente d’Italia, ha partecipato attivamente – per il quinto anno consecutivo – all’iniziativa “Colletta Alimentare”, allestendo uno stand di raccolta di generi di prima necessità davanti al supermercato Punto Simply di Cervo, in provincia di Imperia. Si tratta dell’evento di solidarietà oggi più partecipato in Italia, organizzato su scala nazionale dal Banco Alimentare, e che certo non poteva essere disatteso dalla puntuale attenzione dei Fratelli della “Battelli”, com’è oramai…tradizione!
L’impegno prestato da tutti i Fratelli dell’Officina ha permesso di raccogliere quasi quattro quintali di derrate alimentari che verranno distribuite alle famiglie bisognose tramite le strutture del Banco Alimentare: un risulta concreto, dunque, particolarmente significativo e che premia la buona volontà della Libera Muratoria imperiese.
Anche così la nostra Istituzione dà buon conto del giusto principio di Solidarietà che anima il Grande Oriente d’Italia e la sua capacità di coinvolgere pure la profanità in piccole azioni concrete, che rende grande – eticamente prim’ancora che materialmente… – l’aiuto così felicemente conseguito.

Pinerolo, presentata al Gran Maestro la sede dello studio odontoiatrico degli Asili Notturni


La sede di Pinerolo degli Asili Notturni dedicata alle cure odontoiatriche ha iniziato a prendere forma, è trascorso un anno da quando, su volontà ed iniziativa del Fratello Carlo Gremo della Mario Savorgnan d’Osoppo n° 587 all’Or. di Pinerolo, si è avviato l’iter progettuale.
Nel mese di novembre, terminati gli impegnativi lavori di predisposizione, si sono allocate le attrezzature mediche e martedì 28 la sede è stata presentata alGran Maestro Stefano Bisi il quale ha avuto parole di ringraziamento per i Fratelli che hanno prestato il loro impegno e la loro opera ed elogio per il livello qualitativo del progetto. Ha poi sottolineato l’importanza della attività dedicata alle fasce più deboli della popolazione ad opera della libera muratoria.Nelle prossime settimane si completeranno gli allestimenti e le pratiche amministrative per poter poi procedere alla inaugurazione ed all’avvio delle cure.
All’incontro erano presenti il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, Presidente degli Asili Notturni di Torino che ha avuto un ruolo fondamentale nel progetto pinerolese come in tutte le sedi operative in varie regioni d’Italia, la Giunta del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili del Piemonte e Val d’Aosta al completo e diversi Fratelli delle tre Officine che operano a Pinerolo, oltre alla già citata Savorgnan d’Osoppo la Excelsior n° 21 all’Or. di Torre Pellice e la. Acaja n° 691 all’Or. di Pinerolo. Un messaggio di partecipazione è giunto anche dalla  Silvio Pellico n° 1496 all’Or. di Saluzzo.

La Libera Muratoria incontra le arti. Grande evento a Milano il 3 dicembre


“Son et Lumière. La Libera Muratoria incontra le Arti” è il titolo del grande evento che il 3 dicembre, nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, concluderà le iniziative della Circoscrizione lombarda del Grande Oriente d’Italia dedicate alla celebrazione dei 300 anni della Massoneria moderna. L’evento avrà inizio alle 15:45 con la preghiera degli organizzatori di intervenire con un certo anticipo per agevolare l’ingresso in sala prima dell’inizio.
Sarà presente il Gran Maestro Stefano Bisi che, come si legge nel programma, sarà intervistato da Alessandro Cecchi Paone, presentatore della serata. I saluti iniziali saranno portati dal presidente del Collegio circoscrizionale della Lombardia, Antonino Salsone.
In scaletta varie perfomance: il Concerto “Arpeinsieme” diretto dal Maestro Gianrosario Presutti, l’esibizione del baritono Franco Vassallo accompagnato al piano dalla professoressa Beatrice Benzi, lo spettacolo “One man show” dell’anchorman televisivo Walter Rolfo.
Info e registrazione: segreteria@goilombardia.it
ALLEGATI

Una vita di integrità, servizio e amore fraterno. Da 300 anni creiamo uomini migliori


Giornate Fai. Boom di presenze a Palazzo Altoviti, sede della Massoneria toscana


Studenti alla Casa Massonica di Firenze col Fai


In primavera la Casa Massonica di Firenze Palazzo Altoviti (detto dei Visacci) è stata oggetto delle visite del Fondo Ambiente Italiano, con oltre 3mila presenze. Un successo molto apprezzato dai cittadini. Giovedì si terrà una nuova iniziativa del Fai. Ma questa volta la Casa ospiterà scuole pubbliche, con studenti di un liceo scientifico a fare da guida. A conclusione ci sarà anche la visita per i genitori. Prosegue così la scelta della Massoneria fiorentina di mostrare le bellezze artistiche notevoli dell’edifico in stile rococò settecentesco perfettamente conservato. Un’occasione anche per rispondere alle curiosità dei visitatori, sempre desiderosi di apprendere di più sulla Massoneria, senza alcun pregiudizio. Proseguono inoltre altre iniziative di altri organismi che svolgono attività di “scoperta” dell’arte meno nota della città.

lunedì 27 novembre 2017

In libreria la Chiesa Gnostica di Krumm-Heller





Questo volume rappresenta una sorta di manifesto ideale di quel fenomeno, in ambito spirituale e occultistico, denominato 'neognosticismo'. Un fenomeno che raccoglieva comunità, scuole filosofiche, liberi pensatori e raramente forme struttura ecclesiastiche fra loro separate per insegnamenti e pratiche. In realtà lo gnosticismo è una sorta di pensiero debole e minimalista, che si innestava su 'narrazioni' esoteriche e religiose autoctone per poi offrire una diversa prospettiva di comprensione delle medesima. La quale era sempre e comunque opponente alla lettura correntemente accettata. In epoca tardiva l’albero dello gnosticismo ha fruttato realtà come il Manicheismo e il Catarismo, le quali hanno caratterizzato lo sviluppo culturale e spirituale di buona parte del mondo antico e medioevale. Echi dello gnosticismo è possibili rinvenirli, non solo in tutto lo scibile esoterico, ma nella stessa Chiesa Cattolica. La quale per contrastarlo ha dovuto fare proprie alcune delle sue tesi.
Vi sono degli elementi comuni nella docetica di queste scuole e sette: considerare per esempio questo mondo espressione di una potenza spirituale inferiore (la quale oscilla fra ignoranza e malevolenza e spesso individuato nel dio dell’antico testamento), l’uomo-gnostico prigioniero di questa manifestazione e il considerare la creazione una sorta di prigione per lo gnostico. Queste scuole, così come altre scuole filosofiche orientali e cinesi, pongono l’attenzione, in ultima analisi, sul concetto di quanto è reale e di quanto è illusione.
Quanto sopra indicato, valevole per lo gnosticismo storico, non si ritrova, nella sua integralità, nel neognosticismo. Il quale ha punto di origine con la nascita della Chiesa Gnostica da parte del visionario Doniel. La Chiesa Gnostica, così come conosciuta, è una struttura similare alla chiesa cattolica per funzioni e liturgie, nata in ambito paramassonico, di orientamento sostanzialmente ermetico, che si esprime con un linguaggio oscillante fra lo gnosticismo e il panteismo. Il tema del reale e dell’illusione e l’opposizione alle cose di questo mondo sono completamente assenti.
A cura di Filippo Goti, Krumm-Heller è pubblicato da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

Un nuovo studio della Loggia Monte Sion di Roma





La R:.L:. Monte Sion ha improntato gli studi dell’anno 2017 all’Operatività Muratoria, approfondendone gli aspetti che maggiormente conferiscono concretezza ed effettività al lavoro del Maestro Muratore.
Una definizione del Lavoro Massonico potrebbe essere: quell’attività che svolge il Libero Muratore per aprirsi alla conoscenza e alla consapevolezza di stampo iniziatico, mediante un impegno costante, personale e di gruppo.
A tal proposito, la metafora è estremamente significativa: c’è un piano di lavoro, uno specifico obiettivo (la costruzione della Cattedrale); c’è uno sforzo concreto da compiere (e relativo rischio di perdita) ed un risultato tangibile da conseguire (il manufatto personale, contributo al piano di lavoro del Gruppo). Il tutto in ambiti rigorosamente spirituali…
Dato questo contesto, con la speranza che possa tornare utile alle personali istanze di ricerca, si è deciso di dare alle stampe la presente raccolta di contributi e approfondimenti che, di volta in volta, hanno messo a fuoco gli obiettivi concreti che si prefiggono i nostri studi. In estrema sintesi: le “cose da fare” e gli “errori da evitare”…

Dalla Nigredo alla conquista dell'Albero della Vita. Cabala e Alchimia secondo Iole Di Simone




La Qabbalà è una scienza molto complessa ma si deve apprezzare il fatto che essa è al tempo stesso, razionale e nascosta, sperimentale e deduttiva, intima e descrittiva, applicata e naturale. Questo secondo volume di Iole de Simone, recentemente proposto da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, ne vuole indagare struttura e ontologia, anche nei suoi rapporti con l'ermetismo tradizionale. Prossimamente in libreria.

La Massoneria sopravvive alle fake news. In un convegno i pregiudizi e gli errori del giornalismo italiano




Dall’inquinamento mafioso di Castelvetrano allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena si è sempre voluto dare la colpa a qualche massone e regolarmente tutto è stato smontato”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi, nel suo intervento a Udine al convegno “Giornalismo e Antimassoneria: Fake news o verità?”. Il Gran Maestro è tornato anche a parlare dell’iniziativa dell’Antimafia di sequestrare gli elenchi degli iscritti al Grande Oriente di Sicilia e Calabria, ironizzando sui metodi e criteri della Commissione presieduta da Rosy Bindi, e delle proposte di legge contro la Libera Muratoria, presentata da alcuni suoi esponenti. “Non si sequestrano gli elenchi delle associazioni perchè prima o poi potrebbe toccare a tutti”, ha ribadito Bisi, ricordando quello che accadde durante il Fascismo, che cominciò con il perseguitare la Massoneria e finì per cancellare tutte le libertà. Ma in che modo il Grande Oriente ha risposto agli attacchi? “Resistendo e rilanciando”, ha risposto Bisi, illustrando quella che ha definito appunto la strategia della doppia R, una strategia fatta di grande impegno sia civile che sociale.

All’evento, che è stato moderato da Angelo Di Rosa,  sono intervenuti  come relatori Maurizio Boldrini, docente di Giornalismo e nuovi media presso l’Università degli Studi di Siena;Marco Belviso, blogger giornalista; Michele Lembo, giornalista di “Radio Radicale”; Ugo Volli, ordinario di Filosofia della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Torino;  Umberto Cecchi, giornalista, già direttore de “La Nazione”.Ha concuso il Gran Maestro Stefano Bisi. Presenti anche  Guido Ricci, presidente  del Collegio Circoscrizionale  del Friuli Venezia Giulia e Marco De Carli presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Udine, che hanno portato i saluti dei fratelli del territorio, soffermandosi sulla figura di Celotti. Al convegno hanno inviato i loro messaggi  la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il presidente del Consiglio regionale Franco Jacob.

Fonte: GOI

Il Risorgimento della Tradizione. A Milano si parla del simbolismo cabalistico del Tempio di Re Salomone


Il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell'Arco Reale Tiziano Busca: «Il coraggio è dei folli»



Tiziano Busca

«Il coraggio è dei folli e la nostra è una lucida, cosciente follia. Anni fa abbiamo raccolto una sfida, con il Rito di York, e abbiamo cominciato a giocare una partita. Si chiama ‘scommettere’ e le scommesse si vincono o si perdono. Ci siamo detti: mal che vada, ci siamo divertiti. Invece è sotto gli occhi di tutti il lavoro che, da folli, siamo riusciti a fare. I libri, i convegni, gli incontri, i seminari, le istruzioni. E questo è solo il lato più superficiale. Perché dietro c’è una realtà rituale, quella che si vive nei capitoli, nei concili, nelle commende, sempre più carica di entusiasmo, di partecipazione. È aumentato il numero dei maestri della comunione che vogliono entrare. Perché siamo riusciti a fare capire che qui c’è struttura e sostanza, che chi vuole un approfondimento della sua ricerca iniziatica, qui può trovarla. Anche la follia merita i suoi applausi, scriveva Alda Merini. Che non è uno stato patologico. Ma essere incoscienti come bambini e insonni come gli adulti. Se trovi la combinazione giusta, distingui lo sciocco dal genio. Noi non scambiamo i sogni per realtà, ma abbiamo fatto dei sogni la nostra realtà, che è qui, che si può toccare. In un mondo che teme la Massoneria, perché non la conosce. Ne ha paura, perché i nostri nemici storici si sono fatti più aggressivi e ci buttano calunnie a secchi. In un mondo che, senza saperlo, ha bisogno di noi. Del nostro entusiasmo. Della nostra ricchezza. Della nostra follia». Così Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale, ha commentato i numerosi nuovi ingressi nelle camere del Rito di York in tutta Italia.

Oggi il gran raduno dei massoni/Messaggero Veneto


Oggi il gran raduno dei massoni Il titolo è «Giornalismo e antimassoneria: fake news o verità?». Appuntamento alle 16 a palazzo Kechler Dopo 300 anni di attività ininterrotta, talvolta costretta dai regimi alla clandestinità, la Massoneria continua a far discutere. Almeno nel nostro Paese, «dove peraltro è stata protagonista del Regno d’Italia napoleonico, come del successivo Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Ma la stampa e parte della politica cercano di screditarla si legge in una nota che annuncia l’incontro di oggi, alle 16, a palazzo Kechler -. Un tema caldo e di attualità che sarà affrontato nel consueto seminario di studi massonici in programma oggi a Udine». «Giornalismo e antimassoneria: fake news o verità?» questo il titolo scelto dal consiglio dei maestri venerabili del capoluogo friulano, dal collegio circoscrizionale e dal Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, che concluderà con il suo intervento la dodicesima edizione del seminario dedicato ad Antonio Celotti. Lo farà nella sua veste di vertice del Goi, senza dimenticare di essere lui stesso un giornalista professionista, già vicedirettore de “Il Corriere di Siena”. Prima di lui interverranno, moderati da Angelo Di Rosa, autorevoli colleghi di fuori regione, come Michele Lembo di “Radio Radicale” e Umberto Cecchi, già direttore de La Nazione e il blogger udinese Marco Belviso, oltre a due accademici: Maurizio Boldrini, docente di Giornalismo e nuovi media presso l’Università di Siena, e Ugo Volli, ordinario di Filosofia della comunicazione presso l’Università degli Studi di Torino. In Friuli gli iscritti al Grande Oriente sono un centinaio, 350 in tutta la regione. Le logge a Udine sono La Nuova Vedetta; Azzo Varisco e Philalethes; la 11 Settembre a Campoformido; l’Avano Lodge ad Aviano; la Paolo Sarpi a San Vito al Tagliamento; la Isonzo a Gorizia e l’Italia, la Gugliemo Oberdan, la Nazario Sauro Mare Adriatico, la Giuseppe Garibaldi, l’Ars Regia e l’Humanitas a Trieste. Il Grande Maestro, Stefano Bisi Celotti, fondò la scuola di pneumologia Il seminario di oggi è dedicato ad Antonio Celotti, nato il 27 giugno del 1906 a San Giorgio di Nogaro. Terminati gli studi ginnasiali e liceali si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova ove si specializzò successivamente in Tisiologia ed Igiene. Iniziò la sua attività clinica all’Istituto pneumologico Forlanini ne11932 sotto la guida del professor Azzo Varisco, fondatore della scuola pneumologica udinese, e divenne primario del reparto di pneumologia ne11950 sino al pensionamento avvenuto nel 1975. Durante gli eventi bellici dal 1940 al 1945, pur continuando l’attività clinica tisiologica in corsia, fu nominato direttore sanitario dell’Ospedale di Udine. Ne11982 pubblicò il libro «La massoneria in Friuli Prime ricerche sulla sua esistenza ed influenza».
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Reggio Bic, la squadra più giovane d’Italia


In una speciale classifica, la Reggio Calabria Basket in Carrozzina si laurea già campione d’Italia. Diramato il Vademecum sul sito della FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) dei 4 gironi composti dalle 31 squadre che parteciperanno al prossimo campionato di serie B, la Reggio BIC infatti con un’età media di 30,2 anni si ritrova al primo posto. Questa statistica, che ovviamente non incide a livello sportivo, o quasi, è stata applicata considerando esclusi, sia tutti i tesserati normodotati delle squadre affiliate, che le società “fuori classifica” poiché aventi squadre partecipanti al campionato di serie A. E’ ovvio che l’età media delle squadre senior di uno sport paralimpico possa apparire alta rispetto agli sport “in piedi”, ma c’è da considerare anche i numeri, che se per fortuna da una parte non sono ovviamente paragonabili a quelli degli sport per normodotati, purtroppo dall’altra, ci sono tanti ragazzi aventi disabilità motorie che per varie motivazioni non si sono ancora avvicinati agli sport paralimpici. In ogni caso quest’anno era chiaro l’obiettivo per coach Cugliandro ed il Presidente De Felice, in primis aggiungere nuovi ragazzi soprattutto provenienti dal territorio calabrese e ce ne sono stati ben 3 di nuovi atleti aggregati al gruppo (cosa che non è assolutamente facile), e ovviamente come già dichiarato più volte, ringiovanire la squadra rispetto alla passata stagione, cercando di creare delle basi solide con una sorta di “zoccolo duro” sulla quale sperare di poter costruire un futuro roseo. Tra le squadre più giovani d’Italia ritroviamo anche i Bradipi di Bologna (30,9) , il Cus Padova (31,5) e le Volpi Rosse Firenze (32,3), mentre per pura curiosità a vincere la palma di squadra più anziana del campionato, ma c’è da dire con sincerità, anche come più simpatica, è Barletta con un’età media di 54,9. Non ci resta quindi che lavorare cercando di crescere il più possibile, migliorando adesso anche i numeri sportivi, che sono quelli che alla fine fanno la vera differenza.

Ius Soli, Taroni (RSAA): Una scelta dettata dall’intelletto







(AGENPARL) – Roma, 24 nov 2017 – Lo dichiara Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato.

L’immigrazione è un fenomeno fisiologico sovente legato all’evolversi della natura che ci circonda.

Sin dalle origini l’uomo, organizzatosi in nuclei familiari e successivamente, in tribù, sfruttò progressivamente il territorio circostante, divenuto conseguentemente insufficiente, per soddisfare le aumentate esigenze alimentari e vitali dei membri dei molteplici gruppi i quali dovettero, necessariamente, migrare alla ricerca di nuove risorse alimentari e logistiche.

Anche le mutazioni climatiche sono state le concause di tali migrazioni.

Due eventi storici del passato sono la semplificazione dell’incidenza della natura congiunta agli eventi umani su queste massive migrazioni.



Come dimenticare le traversie affrontate dal popolo d’Israele e la storia dell’Impero romano originariamente aggressivo ed imperialista, come si direbbe oggi, e successivamente impegnato per il contenimento delle pressioni migratorie sulle proprie frontiere, prodotte anche dalle spinte di altri popoli che si spostavano nelle pianure euroasiatiche.

Alle infiltrazioni pacifiche, favorite dalle autorità imperiali sempre alla ricerca di nuovi guerrieri per le proprie legioni, subentrarono le migrazioni armate d’interi popoli che, invadendo l’Impero di Occidente, mutarono il corso della storia.

Noi siamo gli eredi non degli antichi romani ma dei goti, dei longobardi e dei franchi, romanizzati e legittimati non più dall’autorità imperiale, ma da un potere tanto più grande e forte perché invisibile ed eterno: la Chiesa romana.



Questa è la storia di ieri e la realtà di oggi, che avvertiamo come un pericolo perché ci tocca direttamente.

Agli inizi dello scorso secolo, migliaia di nostri concittadini affollavano i moli dei grandi porti italiani per salutare parenti e amici che si avventuravano in lunghi viaggi verso l’estero alla ricerca di lavoro e di una vita migliore.

Più recentemente, nell’immediato dopoguerra, migliaia di istriani, giuliani e dalmati hanno dovuto abbandonare le proprie case e le piccole proprietà in mano allo straniero – che “armato accampasi sul nostro suol” come scriveva Carducci-, per rifarsi una vita, per riaccendere quella speranza che la follia fascista prima, e l’ingratitudine di settori ben specifici della Patria dopo, aveva spento.

Diversamente, oggi siamo preoccupati dal costante incremento del numero di infelici che in fuga dalla guerra, dalla miseria, da feroci dittature, approdano sulle nostre sponde….

Se fosse soltanto per il desiderio di migliorare la loro vita non farebbero che esercitare un diritto fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Per molti anni, il fenomeno di migrazione di ingenti masse umane, dall’Africa sub sahariana verso l’Europa e l’Occidente, è stata solo una notizia giornalistica perchè la Libia di Gheddafi era in grado di contenerlo con mezzi e modi che non preoccupavano l’opinione pubblica, ancorchè disumani e scandalosi,.

Venuta meno questa crudele barriera, con la crisi politica che l’Occidente ha scatenato in Libia, il fenomeno si è proposto in tutta la sua drammatica realtà.

Ad esso si è aggiunta la fuga delle genti dal Medio Oriente : da città distrutte dalle artiglierie e dai bombardamenti aerei, senza ospedali efficienti, senza mezzi di sostentamento, senza speranze.

Di fronte a migliaia di persone che intraprendono la rotta balcanica e che sui barconi cercano di raggiungere le nostre coste, le più vicine alla costa africana, l’opinione pubblica si è divisa sulle soluzioni da adottare che, semplificando, possiamo dividere fra quelle favorevoli all’accoglimento e quelle che, con diverse sfumature, propendono per il respingimento.



Il respingimento può significare la morte, la costrizione dei profughi in campi e prigioni di paesi terzi, in condizioni certamente disumane e, recentemente, solo in pochissimi casi, il riaccompagnamento di rifugiati economici nei paesi di origine.



L’Occidente ha un conto aperto con l’Africa e con il Medio Oriente.

Per secoli, il colonialismo ha sfruttato il continente africano ricavando ricchezze immense ma lasciandone i popoli ed i paesi nel caos del post colonialismo.

Tra tutti i tragici avvenimenti che si susseguirono, il genocidio del Ruanda rappresenta uno dei più spaventosi e sanguinosi episodi della storia dell’Africa del XX secolo.

Dal 6 aprile alla metà del luglio del 1994, per circa cento giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, bastoni e machete) almeno cinquecentomila persone; il numero delle vittime tuttavia è salito sino a raggiungere una cifra pari a circa un milione di persone.



Il genocidio, ufficialmente, venne considerato concluso con un intervento delle truppe francesi, sotto l’egida dell’ONU.

Tra i sostenitori dell’accoglienza si è distinto, con pressanti e forti appelli il Pontefice dichiarando apertamente che “Respingere gli immigrati è un atto di guerra”, e condannando duramente coloro che lo fanno.



Fermo il principio, resta poi la realtà di come gestire il fenomeno: il Pontefice ne è consapevole tanto che, durante un volo che lo riportava in Vaticano, parlando del problema con i giornalisti ha ricordato che i governi devono gestire gli sbarchi usando “prudenza” e valutando, in primis, quante persone si possano accogliere, sapendo che non solo si deve “riceverli, ma anche integrarli”.

Sostanzialmente e sinteticamente, si rendono necessarie:
l’apertura di canali di ingresso nei Paesi europei, legali e sicuri;
la regolarizzazione, su base individuale, degli stranieri già radicati nel territorio;
l’attuazione di misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati;
l’effettiva partecipazione alla vita democratica con il voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.

Così come previsto dalla proposta di legge presentata dai Radicali.

Queste, tuttavia, rimarranno solo buone intenzioni, solo parole, se dietro a tutto ciò non ci sarà l’appoggio e l’intervento effettivo della Nazioni Unite e dell’Europa tutta.



Ci vogliono idee, forti e mirati investimenti economici e persone, ma soprattutto capire che l’accoglimento è necessario non solo alla gente che fugge, ma che può essere utile anche a noi, come insegna la simbologia del rituale del IX Grado del R\S\A\A\ nel quale“lo straniero rappresenta tutto l’insieme di conoscenze e di progresso già raggiunto prima di noi, e di cui ci si deve valere per procedere più oltre: un’opportunità per trarre profitto dall’esperienza offerta anche da ciò che non fa parte della nostra Tradizione”.



Senza tenere conto di guerre, dittature sanguinarie, crisi economiche e carestie, è sufficiente scorrere il “Rapporto sull’andamento demografico mondiale” del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite per leggere il nostro futuro.

A fronte del calo demografico dei paesi europei, in Africa, la Nigeria è lo Stato che crescendo più rapidamente, dovrebbe superare nel 2050 gli Stati Uniti.

Contemporaneamente, la popolazione di ventisei Stati africani è destinata a raddoppiare.

Sebbene il tasso di riproduzione femminile sia globalmente diminuito (si partoriscono in media due figli e mezzo per donna) nelle nazioni africane la natalità è di 4,7 figli a donna, mentre in Europa ammonta a 1,6.



Un vecchio film del 1967, intitolato “Indovina chi viene a cena”, interpretato da due grandi attori, Katharine Hepburn e Spencer Tracy, narra la storia di una ragazza americana, cresciuta in un’agiata famiglia “liberal” di San Francisco.

Innamoratasi di uno stimato medico afroamericano, conosciuto dieci giorni prima, decide di portarlo a cena dai propri genitori, invitando senza alcun preavviso anche i futuri suoceri.

Si determina quindi una situazione di notevole imbarazzo, ma è chiaro che la cena è solo un’occasione dalla quale si snoda la vicenda; sono gli anni ’60, un’epoca in cui gli Americani hanno forti pregiudizi nei confronti dei “negri”, perciò il Signor Spencer-Draytron, pur impegnato nel sociale per la difesa dei “diritti umani”, alla luce della realtà che gli si manifesta, per la prima volta dubita dei propri principi.

E’ inconcepibile che sua figlia sposi un uomo di colore!

Eppure saprà capitolare proprio per una questione di deontologia personale: non può aver educato sua figlia alla “democrazia” e poi “all’apparir del vero” opporsi se costei la mette in pratica.

Splendido esempio di uomo coerente e lungimirante.



Da allora, infatti, abbiamo già avuto per ben due mandati un Presidente degli Stati Uniti afroamericano, mentre noi –oggi- stiamo ancora a discutere animatamente in Parlamento sullo ius soli e sullo ius culturae.

Certo, non è da tutti possedere i valori etico-sociali del Signor Spencer-Drayton!

E’ proprio per questo che Noi, uomini liberi per antonomasia, che cerchiamo la Luce e spalanchiamo le porte, dobbiamo aprirci allo “straniero” che, come ho già detto, può costituire “per noi” una opportunità ed un momento di crescita.

“Fatti non fummo a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza”.

In tal senso dobbiamo vivere, operare e tramandare: in caso contrario le più belle dichiarazioni “liberal” ed il tema dei “Diritti umani” di cui si è ampiamente abusato, affonderanno come piombi.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà rinunciando ai nostri pregiudizi, organizzandoci tempestivamente per affrontare un futuro che ormai ben conosciamo.

Per il bene dell’Umanità ed alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

Conferita al Gran Maestro Stefano Bisi la massima onorificenza della Serenissima Gran Loggia di San Marino


La Serenissima Gran Loggia di San Marino ha conferito al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi la massima onorificenza della Comunione. L’onorificenza, attribuita per la prima volta, è intitolata a Federico Micheloni, che fu il primo Gran Maestro della Serenissima e Capitano Reggente della Repubblica di San Marino.

Udine. Giornalismo e antimassoneria. Fake news o verità? Il Gran Maestro: “Contro di noi castelli di accuse, poi tutto regolarmente smontato”





Il Tavolo dei Relatori

“Dall’inquinamento mafioso di Castelvetrano allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena si è sempre voluto dare la colpa a qualche massone e regolarmente tutto è stato smontato”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi, nel suo intervento a Udine al convegno “Giornalismo e Antimassoneria: Fake news o verità?”. Il Gran Maestro è tornato anche a parlare dell’iniziativa dell’Antimafia di sequestrare gli elenchi degli iscritti al Grande Oriente di Sicilia e Calabria, ironizzando sui metodi e criteri della Commissione presieduta da Rosy Bindi, e delle proposte di legge contro la Libera Muratoria, presentata da alcuni suoi esponenti. “Non si sequestrano gli elenchi delle associazioni perchè prima o poi potrebbe toccare a tutti”, ha ribadito Bisi, ricordando quello che accadde durante il Fascismo, che cominciò con il perseguitare la Massoneria e finì per cancellare tutte le libertà. Ma in che modo il Grande Oriente ha risposto agli attacchi? “Resistendo e rilanciando”, ha risposto Bisi, illustrando quella che ha definito appunto la strategia della doppia R, una strategia fatta di grande impegno sia civile che sociale.








Il moderatore Angelo DI Rosa

Lavoriamo nei nostri templi, orgogliosi di indossare i nostri grembiuli e i nostri guanti, parlando uno alla volta, come la classe dirigente italiana non è più abituata a fare”, ha detto il Gran Maestro. “Organizziamo incontri, manifestazioni, dibattiti, sui grandi temi e sulle emergenze più scottanti del nostro tempo, ai quali partecipa tanta gente, interessata ad ascoltarci”, ha aggiunto.

Marco De Carli presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Udine
Il presidente del Collegio del Friuli Venezia Giulia Guido Ricci

Non solo il Grande  Oriente è anche intensamente impegnato in tante iniziative di solidarietà. “A Scampia – ha raccontato il Gran Maestro – c’è una libreria nel mezzo di una zona fortemente degradata: un posto dove “si spaccia cultura”, che abbiamo voluto aiutare nell’acquisto di un macchinario utile alle rilegature. Molti politici in quello stesso quartiere sono passati con le loro auto blu a farsi un selfie ma senza compiere alcuna azione”. A Reggio Calabria, ha aggiunto, “abbiamo sostenuto la squadra di basket in carrozzina, permettendole così l’iscrizione al campionato di serie B” . “Insomma –ha concluso Bisi- sappiamo resistere, accarezzare ma se necessario colpire”.

Il Prof. Maurizio Boldrini

Tantissimo il pubblico presente all’incontro che si è tenuto nel pomeriggio del 25 novembre  a Palazzo Kechler  nell’ambito del XII seminario di studi massonici in memoria di Antonio Celotti, scomparso il 13 luglio del 2009 all’età di 103 anni. Figura di spicco della Massoneria del Grande Oriente d’Italia a livello sia regionale sia nazionale.Un’occasione anche per celebrare i 300 anni Liberia Muratoria Moderna.


Marco Belviso

All’evento, che è stato moderato da Angelo Di Rosa,  sono intervenuti  come relatori Maurizio Boldrini, docente di Giornalismo e nuovi media presso l’Università degli Studi di Siena;Marco Belviso, blogger giornalista; Michele Lembo, giornalista di “Radio Radicale”; Ugo Volli, ordinario di Filosofia della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Torino;  Umberto Cecchi, giornalista, già direttore de “La Nazione”.Ha concuso il Gran Maestro Stefano Bisi. Presenti anche  Guido Ricci, presidente  del Collegio Circoscrizionale  del Friuli Venezia Giulia e Marco De Carli presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Udine, che hanno portato i saluti dei fratelli del territorio, soffermandosi sulla figura di Celotti. Al convegno hanno inviato i loro messaggi  la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il presidente del Consiglio regionale Franco Jacob.

Il Prof. Ugo Volli
Michele Lembo, giornalista di “Radio Radicale”



Umberto Cecchi, giornalista, già direttore de “La Nazione